I campi di calcio quando ero ragazzo io erano Arene di combattimento tipo il Colosseo, mancavano solo le catene con le tigri poi s’era apposto. Lo stopper del Portoferraio mi dette un cazzotto già nel tunnel di accesso al campo per premunirsi da eventuali goal alla Pimpinelli.
Ma non si lamentava nessuno, niente sceneggiate, nessuno rimaneva a terra e i piedi e la classe in piena onestà, erano superiori di molto al calcio attuale.
Non c’era la play station, Instagram e tutto questo medioevo tecnologico di cui i giovani sono vittime senza saperlo.
Noi giocavamo per strada dalla mattina alla sera 7 giorni su 7 prendendo confidenza con la palla, cosa basilare nel gioco del calcio, oggi giocano soltanto agli allenamenti e corrono, corrono.
I ragazzi erano al centro del progetto, ora al centro del progetto c’è la tattica, come se le mura venissero prima delle fondamenta. Poi quando sento dire dagli allenatori di un giocatore “ Bellino “, io che prendevo le zampate dalla mattina alla sera, mi ci sento male.
Peccato che le partite non si giocavano di lunedì sennò
Avrei calcato i campi del professionismo.
IN ONORE DEL MIO CAPITANO ADRIANO BELCARI. SOLO UN CAPITANO.
RE TETI
250 goal nei dilettanti